Tratto da http://www.humanitasalute.it
Come per il colesterolo anche il livello di trigliceridi è un marcatore della salute metabolica e cardiovascolare.
L’ipertrigliceridemia, ovvero valori elevati di trigliceridi nel sangue, è una condizione da scongiurare per mantenere cuore, cervello e vasi in buona salute: «Per la prevenzione cardiovascolare spesso si considera principalmente l’ipercolesterolemia, ma anche l’ipertrigliceridemia è un fattore di rischio per la salute del sistema cardiocerebrovascolare come il fumo di sigaretta, l’ipertensione o il diabete», ricorda il dottor Giulio Stefanini, ricercatore universitario in Cardiologia di Humanitas University.
I trigliceridi sono il tipo più comune di grasso presente nell’organismo, una riserva di energia che deriva dall’alimentazione e che fornisce energia per le funzioni cellulari. Sono uno dei tre tipi di lipidi presenti nel sangue assieme al colesterolo “cattivo” LDL e a quello “buono” HDL.
(Per approfondire leggi qui: Più avena a tavola per abbassare il colesterolo?)
Le conseguenze dell’ipertrigliceridemia
Quello che bisogna evitare è presentare alti valori di trigliceridi e alti valori di LDL o bassi di HDL: «Si è sempre all’interno della famiglia delle dislipidemie. Anche i trigliceridi in eccesso, come il colesterolo in eccesso, aumentano le probabilità di aterosclerosi, ovvero di formazione di placche lungo le pareti delle arterie che ne restringono il lume e ostacolano il passaggio del sangue. L’arteriopatia coronarica e periferica con conseguenti angina, trombosi, ictus e infarto sono tutte patologie correlabili con l’ipertrigliceridemia».
Il valore-soglia dei trigliceridi è «meno di 150 mg/dL. Se si supera – sottolinea lo specialista – è necessario intervenire con le variazioni dello stile di vita e/o con l’assunzione di farmaci. Al pari di altri fattori di rischio cardiovascolare, come il fumo o l’ipertensione, anche l’ipertrigliceridemia è modificabile».
Che tipo di dieta seguire
La dieta è uno degli aspetti cui bisogna guardare per fare prevenzione e per abbassare i trigliceridi: «L’eccessivo consumo di carboidrati, il sovrappeso e l’obesità, una dieta molto ricca di grassi saturi e trans sono tutti fattori di rischio dell’ipertrigliceridemia. Se i valori dei trigliceridi sono alti è bene, ad esempio, mangiare più cereali integrali, limitare l’apporto di grassi di origine animale, preferire il consumo di carni bianche e magre, consumare più verdura e soprattutto pesce come salmone, tonno, sgombro. Queste specie sono ricche di grassi polinsaturi del tipo omega 3 che riducono il livello dei trigliceridi».
(Per approfondire leggi qui: Colesterolo, il grasso delle uova non è “cattivo”)
Anche l’attività fisica può aiutare? «Evitare la sedentarietà e praticare regolarmente attività fisica è correlato in maniera indiretta a un miglior profilo lipidico. Chi fa attività fisica tendenzialmente segue una dieta più salutare, non è dipendente dal fumo di sigaretta e controlla meglio il proprio peso corporeo evitando il sovrappeso», conclude il dottor Stefanini.