Tratto da http://www.corriere.it/
Al via uno studio italiano per verificare l'efficacia della neuroprotezione in questa malattia degenerativa di cui soffrono circa un milione di italiani.
D’estate attenzione all'eccesso di luce e alla pressione arteriosa troppo bassa.
Danneggia progressivamente il nervo ottico che collega l’occhio al cervello permettendoci di vedere, fino a provocare la perdita della vista se non diagnosticato e curato tempestivamente. Il glaucoma colpisce più di 55 milioni di persone al mondo ed è una delle principali cause di disabilità visiva, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità. In Italia ne soffrono circa un milione di persone, due su cento dopo i 40 anni, il doppio, quattro su cento, dopo i 75. «È una malattia subdola perché spesso si manifesta senza sintomi particolari, tanto che una persona su due non sa di averla» afferma Stefano Gandolfi, direttore dell’unità operativa complessa di oculistica dell’azienda ospedaliero-universitaria di Parma.
Chi è a rischio
Ma chi rischia di più? Chi ha una pressione oculare elevata ha una maggiore probabilità di ammalarsi di glaucoma. «Le persone più a rischio sono quelle con più di 40 anni che hanno una miopia molto alta - anche se si sono sottoposte a un intervento chirurgico per correggerla - e coloro che hanno un familiare che ha sofferto o soffre di glaucoma - spiega Gandolfi -. È consigliabile, quindi, che si sottopongano a controlli periodici dall’oculista: la diagnosi precoce, infatti, permette di avviare le terapie più appropriate (di solito colliri) per evitare che la malattia progredisca».
Nuovi scenari terapeutici
Alcuni studi hanno documentato come nel 30-40% dei pazienti il glaucoma insorga e progredisca nonostante valori della pressione oculare nella norma. Per questo, negli ultimi anni la ricerca si è concentrata sulla funzione mitocondriale e sulle sue alterazioni. In particolare, si tende a ritenere il glaucoma una forma di neurodegenerazione delle cellule ganglionari retiniche attraverso diversi meccanismi tra cui lo stress ossidativo, la neuroinfiammazione e la disfunzione mitocondriale. «Le cellule ganglionari retiniche e le fibre del nervo ottico sono particolarmente ricche di mitocondri necessari a produrre energia per la conduzione nervosa - spiega Carlo Nucci, direttore dell’unità operativa complessa di oculistica al Policlinico Tor Vergata di Roma -. La riduzione nella produzione di energia e l’aumento di radicali liberi a livello mitocondriale hanno un ruolo chiave nell’insorgere del glaucoma». Da qui nuovi approcci terapeutici che si basano sulla neuroprotezione, cioè mirano a proteggere le cellule ganglionari per impedirne la degenerazione.
Un’arma in più
«L’obiettivo - continua Nucci - è avere un’arma in più oltre alla terapia ipotonizzante tradizionale, in modo da rallentare la progressione del danno del campo visivo indotto dal glaucoma con meccanismi diversi dal semplice controllo della pressione dell’occhio. Sono state individuate potenziali molecole in grado di bloccare la neurodegenerazione indotta dalla malattia, tuttavia questi studi necessitano di ulteriori conferme». Tra le sostanze ad azione antiossidante e bioenergetica più promettenti per il trattamento del glaucoma c’è il coenzima Q10. Per verificare l'efficacia della neuroprotezione nel glaucoma sta partendo un nuovo studio condotto dall’Istituto Mario Negri di Milano e coordinato da Luciano Quaranta, direttore del Centro per lo studio del glaucoma all’Università di Brescia. Durerà tre anni e coinvolgerà 612 pazienti in 14 centri italiani specializzati per il trattamento del glaucoma.
Consigli per l’estate
In estate chi soffre di glaucoma può avvertire maggiori fastidi? «Non c’è un nesso tra il sole e la patologia - chiarisce Nucci -. Poiché gli occhi sono molto più sensibili, però, l’eccesso di luce in chi soffre di glaucoma potrebbe rendere le cellule retiniche più suscettibili al danno». Allora, se è buona regola per tutti proteggere gli occhi indossando occhiali con filtro protettivo dai raggi ultravioletti (Uv), lo è a maggior ragione per chi soffre di glaucoma. Attenzione, poi, alla pressione arteriosa che col caldo di solito diminuisce il che può comportare maggiori rischi per chi soffre di glaucoma. «Quando si abbassa la pressione sistemica si abbassa anche la quantità di sangue che arriva al nervo ottico e l’occhio soffre - spiega Nucci -. In particolare, i pazienti glaucomatosi che assumono antipertensivi devono consultare il medico di famiglia per rimodulare la terapia ed evitare che la pressione scenda eccessivamente».
Cautela alla guida
Gli esperti, poi, consigliano cautela alla guida evitando di mettersi in viaggio nelle ore notturne. «Le persone che hanno avuto una perdita di campo visivo dovuta al glaucoma possono essere più lente nelle reazioni ai vari cambiamenti che si verificano mentre si guida - riferisce Gandolfi -. Da alcuni questionari compilati da pazienti glaucomatosi emerge che sono loro stessi ad autolimitarsi riducendo la guida specie di notte, perché si rendono conto che le loro prestazioni automobilistiche sono peggiori».