Tratto da http://www.humanitasalute.it
Dell’appendice ci si ricorda, spesso, solo quando s’infiamma, ma la sua presenza potrebbe essere ben più importante.
I ricercatori hanno studiato l’evoluzione dell’appendice in 533 specie di mammiferi per carpire qualche indicazione utile sulla sua funzione nel corpo umano. Hanno visto che questo organo si è evoluto indipendentemente in diverse famiglie di mammiferi e, una volta comparso, non è più sparito. Hanno visto, inoltre, come le specie animali con l’appendice avessero una maggiore quantità di tessuto linfoide nell’intestino cieco, ovvero un tessuto connettivo formato prevalentemente da linfociti, globuli bianchi deputati all’immunità acquisita.
L’appendice è più lunga nel bambino
Per questo motivo, ipotizzano i ricercatori, l’appendice potrebbe giocare un ruolo come organo di immunità secondaria e che il tessuto linfoide potrebbe anche stimolare la crescita di alcuni tipi di batteri intestinali, accreditando l’appendice come serbatoio di batteri “buoni”.
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«L’appendice è un prolungamento del ceco (la prima porzione dell’intestino crasso) ed è in comunicazione con il lume intestinale. Ha forma cilindrica, è lunga 5-9 cm (tendenzialmente più lunga nel bambino) e larga circa 7 mm. La sua struttura è simile a quella dell’intestino, dal quale si differenzia però (soprattutto nella giovane età) per l’abbondanza di globuli bianchi, cellule che fanno parte dei meccanismi di difesa dell’organismo», spiega il dottor Stefano Bona, responsabile della sezione di Chirurgia generale e day surgery di Humanitas.
Se l’appendice viene asportata non ci sono conseguenze sulla salute
«Effettivamente la funzione dell’appendice non è del tutto chiara e al riguardo sono state formulate diverse ipotesi: secondo alcuni si tratterebbe di un residuo dell’evoluzione privo di qualsiasi funzione; secondo altri avrebbe invece un ruolo nelle difese immunitarie grazie alla presenza delle cellule che producono anticorpi. Alcuni ipotizzano addirittura che il tessuto linfatico dell’appendice regoli la “compatibilità” e cioè la convivenza fra madre e feto, permettendo in definitiva la procreazione e quindi la continuazione della specie».
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«La teoria secondo la quale l’appendice fungerebbe da serbatoio di batteri “buoni” pronti a ripopolare l’intestino in seguito ad infezioni o trattamenti antibiotici prolungati – dice il dottor Bona – è senz’altro affascinante. È noto tuttavia che il tessuto linfatico dell’appendice, gonfiandosi, può causarne l’ostruzione e quindi la sua infiammazione. In ogni caso è importante sapere che, qualora fosse necessario asportare l’appendice perché malata, ciò non comporta alcuna conseguenza ne sulla qualità ne sull’aspettativa di vita del paziente», conclude l’esperto.