Sulla rivista scientifica Plos One la ricerca che spiega i benefici di una assunzione moderata di vino rosso, soprattutto sul cervello. Aumenta la plasticità neuronale, quindi anche capacità cognitive e mnemoniche.
11 gennaio 2016
Antocianine, tannini e flavonoidi. Sono questi i componenti preziosi che si trovano nel vino rosso, sul cui consumo moderato ormai non ci sono dubbi: fa bene alla salute.
Questi tre composti hanno proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e anti invecchiamento.
Oltre a mettere di buonumore e, secondo uno studio pubblicato su Plos One, anche favorire le capacità cognitive.
Il resveratrolo, contenuto nella buccia dell'acino d'uva, avrebbe una azione nella neuro plasticità dell'ippocampo e quindi nelle funzioni cognitive, con funzioni protettive sia sulla funzione di apprendimento sia sulla memoria.
In studi compiuti su cavie di laboratorio, il resveratrolo ha implementato la crescita di nuovi neuroni nell'area dell'ippocampo .
Oltre ad agire sulle cosiddette spine dendritiche, che servono a garantire il flusso di informazione tra i neuroni: sono proprio queste strutture a collassare, nelle malattie che portano al declino cognitivo come al malattia di Alzheimer.
Ebbene, il resveratrolo sarebbe in grado di incrementare le spine dendritiche.