Tratto da LaStampaSalute.it

Gli alimenti sono responsabili di questo disturbo solo nell’1% dei casi. Cioccolato, formaggi, semi e vino possono però «perturbare» il metabolismo dei neurotrasmettitori

 

IL RUOLO DEGLI ALIMENTI

Molti emicranici, probabilmente a causa del ripetersi degli attacchi, finiscono per pensare che l’emicrania sia correlata a qualcosa che mangiano. Così quando finalmente, spesso dopo anni, si decidono ad affrontare il problema – che più spesso è gestito a lungo col solo aiuto di antidolorifici – per prima cosa vanno a fare gli esami per le intolleranze alimentari.  

 

«Quello che molti non sanno – spiega il dottor Allais - è che, al contrario, l’incidenza delle intolleranze alimentari nella popolazione emicranica è davvero bassa: meno dell’1%».  

 

CIOCCOLATO, SEMI, FORMAGGIO E VINO: ECCO I CIBI PIU’ RISCHIOSI

Ma allora perché si dice che ci siano alimenti come il cioccolato, che fanno venire mal di testa?  

A quanto pare, questa è una faccenda diversa: «Esistono alcuni alimenti che possono indurre attacchi di emicrania perché vanno a perturbare il metabolismo di alcuni neurotrasmettitori. Fra questi sono noti quelli più frequenti, cioè il cioccolato, i formaggi soprattutto fermentati, tipo il gorgonzola, però anche tutti i semi, come arachidi, noci, nocciole, oppure anche i crostacei, alcuni tipi di vino. Tiramina e feniletilamina sono due sostanze che sono presenti in diversi alimenti e sono responsabili di circa il 2-3% delle cefalee emicraniche».  

 

TRACCE DELLE SOSTANZE NOCIVE SONO PRESENTI IN MOLTI ALIMENTI

Insomma, se soffrite di emicrania, ci sono solo 3 o 4 possibilità su 100 che dipenda da ciò che mangiate.  

E’ bene notare però che se siete tra coloro che patiscono queste sostanze, tiramina e feniletilamina, potreste non accorgervene, perché essendo presenti in parecchi alimenti, comprese le carni conservate di tutti i tipi - anche gli affettati - il tonno in scatola, i limoni e molti altri cibi, potreste mangiarne di continuo e non essere in grado di notare una specifica correlazione.  

 

 

 

QUANTO INCIDE IL FATTORE STRESS

Non dite mai ad un emicranico che il suo mal di testa secondo voi ha cause psicologiche. E’ come dirgli che non è reale, che se lo sta inventando. Purtroppo il dolore alla testa inabilitante è reale, come i sintomi che spesso vi si accompagnano: dal vomito alla tachicardia, al formicolio delle mani. E chi ne subisce gli attacchi soffre davvero moltissimo. 

 

IL CERVELLO DIVENTA IPO-ENERGETICO E SCATENA IL MAL DI TESTA

Lo stress è però – come per molte altre malattie – un fattore che è importante tenere a bada. «L’emicrania è un meccanismo di allarme, un sistema di difesa del corpo che è scatenato da più fattori – spiega il dottor Allais -. E’ una malattia in cui il cervello diventa improvvisamente ipo-energetico, ha poca energia metabolica, ed è un cervello iper-responsivo a diversi stimoli esterni. Quando il cervello si rende conto di non funzionare al 100%, quando arriva sotto una certa soglia, innesca l’emicrania. Conta lo stress, conta dormire poco, contano le fluttuazioni ormonali, conta il digiuno… insomma, tutto quello che fa sì che arrivi poca energia al cervello». La sensibilità maggiore o minore ad uno o più di questi fattori può essere soggettiva: «Ad esempio, per alcune donne, scatta solo il primo giorno del ciclo mestruale. Per altre esiste una sensibilità a diversi fattori e allora si scatena anche se dormono poco, se si arrabbiano, se mangiano il cioccolato, eccetera». 

 

ATTENZIONE ALLA TROPPA STANCHEZZA

Anche nel caso della cefalea di tipo tensivo, lo stress o la stanchezza possono essere un fattore da tenere sotto controllo, ma non l’unico. Il termine tensivo deriva infatti da osservazioni ormai superate che facevano risalire il dolore alla contrazione dei muscoli del capo o del collo. Ma allora da cosa deriva? «Si tratta di una disregolazione dei sistemi del sentire il dolore – spiega il medico -. E’ qualcosa che riguarda le vie di trasmissione del dolore. Ma di solito ci si convive abbastanza facilmente».