Tratto da Corriere.it

Sforare le 55 ore aumenta la probabilità di malattie cardiache: meglio non superare le 35-40 ore settimanali, secondo il più ampio studio in materia

di Elena Meli

Come rifiutarsi di fare gli straordinari di questi tempi, quando il lavoro è poco e chi ce l'ha fa di tutto per tenerselo ben stretto? Meglio però non esagerare: sforare le 55 ore settimanali di lavoro aumenta dal 10 al 33 per cento la probabilità di malattie alle coronarie e di ictus rispetto a chi si ferma agli orari standard di 35-40 ore settimanali. Lo dimostra il più ampio studio mai pubblicato sul tema, uscito di recente su Lancet.

Effetti negativi del superlavoro

L'indagine è stata condotta da epidemiologi dell'University College di Londra; una prima fase ha previsto la rianalisi dei dati di 25 studi pubblicati e altri ancora inediti, per un totale di oltre 600mila uomini e donne europei, statunitensi e australiani seguiti in media per più di otto anni. Mettendo a confronto le ore lavorate alla settimana con la probabilità di ammalarsi di cuore, gli autori hanno confermato quanto già avevano ipotizzato in passato: lavorare troppo fa male. Anche tenendo conto di fattori come età, sesso o ceto sociale, chi sta in ufficio oltre 55 ore a settimana, ovvero lavora più di nove-dieci ore al giorno sabati compresi, registra un 13 per cento di rischio in più di coronaropatie rispetto ai lavoratori «standard» che si fermano alle canoniche otto ore per cinque giorni a settimana. Risultati simili, ma ancora più allarmanti, sono emersi dalla successiva analisi di 17 indagini precedenti che hanno coinvolto circa 530mila persone, seguite in media per sette anni per valutare gli effetti del superlavoro sull'ictus: pur tenendo conto di altri parametri che alzano il pericolo, dall'ipertensione alla sedentarietà, dall'alcol al fumo, gli stakanovisti hanno una probabilità di ictus del 33 per cento più elevata rispetto agli impiegati con un orario standard.

Troppo stress, troppo a lungo

Peraltro, il lavoro ha un effetto negativo perfettamente dose-dipendente, come fosse una tossina: al crescere delle ore passate in ufficio sale di pari passo il rischio, così per esempio basta attestarsi sulle 41-48 ore a settimana per vedere un incremento del 10 per cento della probabilità di ictus, se si lavora più di otto ore al giorno sei giorni su sette il pericolo schizza al 27 per cento in più. I motivi non sono del tutto certi, ma pare assodato che c'entri la maggior sedentarietà di chi sta incollato alla scrivania troppo a lungo, così come l'eccesso di stress a cui si è sottoposti in ufficio per troppe ore ogni giorno. I dati sono stati raccolti su impiegati, non è detto che tutto questo sia vero per gli operai o per i manager soddisfatti della loro carriera; di certo però devono far riflettere, perché come ha spiegato Urban Janlert dell'università svedese di Umea in un editoriale di accompagnamento «Fare gli straordinari è una prassi molto frequente fra i lavoratori: in Turchia il 43 per cento supera le cinquanta ore settimanali, ma la media si attesta sul 12 per cento per gli uomini e il 5 per cento per le donne in tutti i Paesi aderenti all'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. In alcuni Stati esistono normative per limitare l'eccesso di ore lavorative: in Europa, ad esempio, vige la direttiva 2003/88/CE che garantisce il diritto a non superare una media di 48 ore lavorative settimanali. Purtroppo è poco applicata e alla luce di questi risultati ciò deve preoccupare». Anche se vengono pagati un po' di più, insomma, meglio non abusare degli straordinari: ne va della salute.